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Il segmento testuale Lelio Basso è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 259Entità Multimediali , di cui in selezione 30 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 250

Brano: [...]) di aver cospirato per la ricostituzione dei partiti, ma venne come tutti gli altri prosciolto in istruttoria. Dopo circa 2 anni trascorsi tra carcere e confino riacquistò la libertà e potè tornare a Torino, dove (nonostante fosse stato nel frattempo radiato dall’albo degli ingegneri per motivi politici) potè riprendere la professione e raggiungere una certa agiatezza.

Durante gli anni del regime, benché vigilato speciale, tenne contatti con Lelio Basso, Ferruccio Parri, Nello Rosselli e, in particolare, con Riccardo Bauer. Nell’ottobre 1931,

coinvolto in una retata di antifascisti denunciati da una spia, fu assegnato a domicilio coatto a Vercoli (Frosinone), dove rimase fino al giugno 1933 con la propria famiglia. Successivamente ottenne da Mussolini di potersi stabilire e lavorare a Roma.

Dal 1940 riprese i contatti con gli antichi compagni di partito e nel luglio 1942 fu presente alla riunione promossa a Roma da Oreste Lizzadri per ricostituire clandestinamente il P.S.I.. Di questo, nel settembre fu designato segretario. In tale ves[...]

[...] designato segretario. In tale veste Romita fu tra i fautori del Fronte nazionale (o Comitato delle Opposizioni) costituito a Roma agli inizi del 1943 e il 4.8.1943, cioè all'indomani della caduta del fascismo, sottoscrisse insieme a Olindo Vernocchi un rinnovato patto d’unità d’azione con i comunisti (rappresentati da Giorgio Amendola e Giovanni Roveda). Data la parallela fondazione a Milano del Movimento di Unità Proletaria (v.), capeggiato da Lelio Basso su posizioni di sinistra rivoluzionaria, Romita si impegnò in una difficile opera di mediazione per unificare le due forze socialiste e queste T8.8.1943 si fusero, dando vita al P.S.I.U.P., di cui fu nominato segretario Pietro Nenni.

Secondo dopoguerra

Tenutosi in disparte nei mesi dell’occupazione tedesca, Romita riapparve a Roma all’inizio del 1945 e, nel giugno, fu nominato ministro dei Lavori pubblici nei governo Parri. Venne poi chiamato a far parte del primo governo De Gasperi (10.12.1945) come ministro degli Interni. In tale veste nel giugno 1946

gestì con molta energia l’attu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 571

Brano: [...]pressa dai Comitati di liberazione

Titoli di testa dell'“Avanti!” uscito a Milano il 3.5.1945

(a Porta S. Paolo a Roma, nell'insurrezione di Firenze e il 25 aprile a Milano), quasi a sottolineare le segnalate carenze sul piano collettivo. Si dovette a questi uomini e a pochi altri, ma anche al prestigio dell’intera tradizione socialista, la nascita delle Brigate Matteotti (v.). D’altra parte, mentre l’attesismo democraticorivoluzionario di Lelio Basso veniva in parte riassorbito, il P.S.I.U.P. continuava a distinguersi per i suoi residui massimalistici, come per le capacità tattiche e propagandistiche proprie di Nenni.

Da quella stessa epoca ebbe inizio

lo sviluppo di un’elaborazione autonoma, portata avanti soprattutto da Morandi, che si indirizzò verso i Consigli di gestione (v.) e una democrazia socialista innestata sul movimento di emancipazione della classe operaia.

Se in un primo tempo il P.S.I.U.P. si era presentato in ritardo nell’apprestamento dell’organizzazione clandestina e nell’innalzare una propria bandiera, nel mome[...]

[...]rniata su diversi elementi di analisi: eterogeneità dei « filoni politicoculturali e generazionali » confluiti nel medesimo organismo, « una classe dirigente solo potenziale », il « male profondo » rappresentato dalla sfiducia sia dei « giovani » che dei « vecchi » nel ruolo di un partito «socialista» (S. Merli). Affiorava una dialettica assai più complessa e complicata di quelle già note delle “due anime” del tradizionale movimento prefascista: Lelio Basso distingue: i « militanti che avevano svolto la loro attività politica nell’esilio »; « i molti socialisti di un tempo, che durante il fascismo si erano tenuti in disparte »; « i socialisti che avevano lottato e cospirato in Italia »; « i più giovani, venuti all’antifascismo militante e al socialismo solo negli ultimi tempi »; e infine una pletora di aderenti non troppo fermi ed edotti, che spesso vedevano nel socialismo « so

lo l’antitesi del comuniSmo ».

Il Congresso di Firenze (1117.4. 1946) era già dominato dal problema dei rapporti con i comunisti e, al contempo, preannuncio il rico[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 593

Brano: [...]orie o di evitare pericoli; ma se un giorno una più forte stanchezza, un pessimismo più buio ci prenderà, se penseremo di riposare o di sostare, ricorderemo che la vita e la morte di Piero Gobetti sono per noi un comando al quale vogliamo ubbidire ».

Sotto una veste culturale, « Pietre » fu una coraggiosa manifestazione di pubblica opposizione al fascismo. Alla rivista collaborarono, oltre a Franco Antolini, Enrico Alpino, Ermanno BarteJlini, Lelio Basso, Mario Boneschi, Eugenio Colorni, Virgilio Dagnino, Francesco Manzitti, Mario Paggi, Paolo Rossi, Umberto Segre, Mario Vinciguerrar Emiliano Zazo, tutti uomini che parteciperanno poi alla Guerra di liberazione, alcuni lasciandovi la vita. Intorno alla redazione venne inoltre a formarsi un movimento di interscambio tra giovani di varie città italiane impegnati nel l’antifascismo attivo.

Nella prima serie, la rivista uscì con 14 fascicoli mensili di 32 pagine (dal 20.3.1926 al maggio 1927), con una tiratura di 600700 copie. Nella sua stesura i giovani trovarono un consigliere prezioso in Car[...]

[...]esura i giovani trovarono un consigliere prezioso in Carlo Rosselli. Dopo il maggio 1927 si interruppero per 6 mesi le pubblicazioni per sopravvenute difficoltà economiche, ma soprattutto per l’assenza di Antolini e Virgilio Dagnino, chiamati alle armi. Nel dicembre 1927 uscì ancora un fascicolo mensile, che però annunciava la trasformazione del periodico in quindicinale. Nel frattempo la testata era passata al gruppo milanese creatosi intorno a Lelio Basso (v.). Mutò anche la veste editoriale che, dalle 32 pagine, passò a

4 pagine di grande formato, sul modello della gobettiana Rivoluzione Liberale. Di questa nuova serie uscirono solo 4 numeri, dal gennaio 1928 al 10 marzo dello stesso anno.

Il trasferimento a Milano e la direzione di Basso diedero alla rivista un nuovo carattere, di lotta politica

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 838

Brano: [...]raverso una serie di contatti e addirittura di convegni clandestini (fra i più importanti, quelli di Bologna e di Ferrara) per rafforzare la propria rete organizzativa e far conoscere il suo programma. A Milano ridava vita alla vecchia testata Avanti!, il cui primo numero, preparato in clandestinità, uscirà con la data del 1° agosto, cioè in periodo badogliano, recando il programma del movimento.

Contemporaneamente il M.U.P., nella persona di Lelio Basso, partecipò alle due fondamentali riunioni milanesi del 24 giugno e del 4.7.1943, promosse dal P.C.I. (rappresentato da Concetto Marchesi che espose i! orogramma d’azione del suo partito) e alle quali presero parte pure il P.S.I. (Veratti), il Partito d’Azione (Riccardo Lombardi), la Democrazia Cristiana (Giovanni Gronchi e Pietro Mentasti) e il Partito liberale, rappresentato da Alessandro Casati e Leone Cattani (v. Comitato nazionale d’azione antifascista) .

Nelle due riunioni, che costituiranno il nocciolo del futuro C.L.N.A.I., si posero le basi della comune lotta antifascista che trova[...]

[...]a) .

Nelle due riunioni, che costituiranno il nocciolo del futuro C.L.N.A.I., si posero le basi della comune lotta antifascista che trovarono espressione nel manifesto lanciato a Milano dagli stessi partiti il 26 luglio 1943.

Tuttavia in quelle riunioni il M.U.P. si distinse da tutte le altre formazioni politiche presenti, in quanto nel riaffermare la propria totale disponibilità per la comune lotta antifascista insistette (inutilmente)

Lelio Basso nel 1948

perché si ponessero subito in discussione i temi della futura ricostruzione del paese, in modo che le alternative emergessero già con chiarezza aH’interno della nascente coalizione antifascista. Si dichiarò inoltre non disponibile per un governo provvisorio che sorgesse soltanto sulla base generica dell’antifascismo, senza un programma più avanzato di ricostruzione.

Fusione con il P.S.I.

L’avvento del periodo badogliano doveva però segnare la fine del M.U.P.. Nel clima semilegale dei 45 giorni riemersero infatti in ogni città le figure superstiti del socialismo prefascista e[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 346

Brano: [...]4. 1931, lo condannò a oltre 16 anni di reclusione per “menomazione del prestigio nazionale all’estero”. Riacquistò la libertà nell’agosto

1943, con la caduta del fascismo.

Veratti, Roberto

N. a Milano il 13.3.1902, ivi m. nel dicembre 1943; avvocato. Proveniente da famiglia di tradizioni socialiste, in dimestichezza con Filippo Turati e Anna Kuliscioff, fu attivo nel P.S.I. dal 1920. Studente di Legge all’Università di Pavia, si legò a Lelio Basso, Giuseppe Faravelli e altri giovani socialisti, animando con essi il gruppo universitario del partito.

Nel 1922 aderì al P.S.U., fu redattore da Milano de “La Giustizia” e, dal 1924 al 1925, del quindicinale giovanile del partito “Libertà”.

Negli anni del regime

Amico di Carlo Rosselli, dopo il 1926 mise il proprio studio legale a disposizione dell’organizzazione antifascista clandestina. Dopo l'accordo concluso in Francia tra il P.S.I. e il movimento di “Giustizia e Libertà”, per cui quest’ultimo si assumeva la direzione del lavoro clandestino in Italia anche per conto dei socialist[...]

[...]imputazione che andavano dal reato di ricostituzione del P.S.I. a quello di creazione del movimento di G.L. e di coinvolgimento nell’organizzazione del movimento “guelfo” dei cattolici di Piero Malvestiti. Ciò nonostante, quattro mesi dopo l’arresto, per intervento di Mussolini fu rimesso in libertà e prosciolto in istruttoria dal Tribunale speciale.

Nel 1934 ebbe contatti con i futuri dirigenti del Centro interno socialista (Rodolfo Morandi, Lelio Basso

e Lucio Luzzatto), adoperandosi con essi per sventare il progetto dell'ex sindaco socialista di Milano (Emilio Caldara) di gettare un ponte verso il regime con forme di “opposizione costruttiva”. Dopo un nuovo arresto, subito nel 1935, si appartò dall’attività politica, per dedicarsi interamente alla professione forense.

Ricomparve nell’organizzazione clandestina dal settembre del 1942, fra i socialisti che con Ivan Matteo Lombardo ricostituirono la Sezione milanese del P.S.I..

Nella Resistenza

Nel 1943 rappresentò il P.S.I. nel Comitato nazionale d’azione antifascista (v.) sorto [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 451

Brano: [...]anto il 31 maggio. La salma venne inumata nel cimitero di Friedrichsfelde, insieme a quelle di Liebknecht e di 32 altri compagni di lotta trucidati negli stessi giorni. Sul luogo della sepoltura fu edificato nel 1925 un monumento (opera del grande architetto Mies van der Robe), che venne poi distrutto dai nazisti nel 1933 e nuovamente costruito dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Bibliografia: R. Luxemburg, Scritti politici, a cura di Lelio Basso, Roma, 1967; F. Oelssner, Rosa Luxemburg, Roma, 1953; K. Liebknecht R. Luxemburg, Lettere 191518, Roma, 1967.

Luzzati, Vittorio

N. a Vercelli nel 1875, m. a Savona il 5.10.1968; avvocato.

Militante nel P.S.I., nel 1926 prese una posizione apertamente antifascista come avvocato difensore di Ferruccio Parri nel processo seguito alla clamorosa fuga di Filippo Turati (v.) da Savona. Dopo la conclusione di quel dibattimento, che vide assolti gli imputati, Luzzati fu costretto a espatriare. AH’indomani della Liberazione venne eletto vicesindaco di Savona. Dal 1964 militò nel P.S.I.U.P.
[...]

[...]1965 dal Teatro Stabile di Genova, con la regia di Luigi Squarzina.

Luzzatto, Gino

N. a Padova il 9.1.1878, m. nel 1964; economista e storico. Professore di storia economica e rettore dell’istituto superiore di economia e commercio « Ca’ Foscari » di Venezia, membro dell’Accademia dei Lincei, collaborava alla « Critica Sociale » di Filippo Turati. Nel 1925 i fascisti

lo cacciarono con la violenza dal Rettorato.

Arrestato nel 1938 con Lelio Basso, Ugo La Malfa e altri collaboratori del settimanale antifascista Pietre, nello stesso anno fu costretto ad abbandonare l’insegnamento in seguito alla promulgazione delle leggi razziali fasciste (v. Antisemitismo). Dopo la Liberazione fu nuovamente rettore di Ca’ Foscari, fino a quando andò a riposo per raggiunti limiti di età.

Autore di numerose opere di storia economica, tra cui: I banchieri ebrei in Urbino (Padova, 1903); La cronaca di Dino Compagni (Milano, 1904); I servi nella grande proprietà ecclesiastica dei secoli IX e X (Pisa, 1909); Storia del commercio (1914); Storia economica d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 85

Brano: [...]o vicino alle posizioni di Pietro Nenni, Luigi Morandi e Oreste Lizzadri nel sostenere una politica unitaria col P.C.I. (anche dopo l'insuccesso del Fronte democratico popolare nelle elezioni del 18.4.1948) e nel contrastare le spinte alla divisione esistenti nel partito. Fu quindi contrario e contrastò la scissione socialdemocratica guidata da Giuseppe Saragat (Palazzo Barberini, gennaio 1947), ma nello stesso tempo si oppose alla segreteria di Lelio Basso (v.), del quale non condivideva l’autonomismo, da lui giudicato privo di respiro strategico in quanto avrebbe messo in pericolo il patto di unità d'azione col P.C.I..

Definito un “unitario intransigente” in realtà Tolloy fu un uomo dell’apparato morandiano contrario a ogni processo di disgregazione dei quadri e del funzionariato, il cui ruolo riteneva insostituibile e da potenziare attraverso l’istituzione di una scuola nazionale del partito. Tenne saldamente in mano l’organizzazione del P.S.I. fino a metà degli anni Cinquanta e approvò poi i mutamenti di linea seguiti alla crisi dei rappo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 705

Brano: [...]e di una più stretta collaborazione tra tutte le forze antifasciste, compresi i comunisti.

In effetti, la divisione dei militanti antifascisti favoriva l’azione repressiva e poliziesca del regime: nell’aprile 1928 l’attentato contro Vittorio Emanuele III compiuto in piazzale Giulio Cesare (v. Fiera di Milano), probabilmente per iniziativa degli stessi fascisti, permise alla polizia di arrestare e disperdere i Gruppi goliardici per la libertà. Lelio Basso (v.), che ne era l’organizzatore, fu inviato al confino per 3 anni.

Movimento giellista

Anche il movimento di « Giustizia e Libertà» (v.), costituito a Parigi, ebbe a Milano un « centro interno », diretto da Ernesto Rossi e Riccardo Bauer (v.).

Nel 1929 sorse un comitato unitario tra giellisti e socialisti. A rappresentare questi ultimi entrarono Giuseppe Faravelli (v.), Roberto Veratti e Dino Gentili, mentre Riccardo Bauer, Ferruccio Parri e Sandro Pertini rappresentavano i giellisti.

II gruppo si pose il problema di col

705



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 612

Brano: [...]cino alle masse proletarie che vedono in questa tragica guerra l’ultimo tentativo del nazismo e della borghesia di salvare se stessa [...] e la possibilità di farla finita con chi li ha sempre oppressi ».

Comando generale

Con l’arrivo a Milano di Sandro Pertini (giugno 1944), tutta l’organizzazione politica e militare socialista ebbe notevole impulso. Fu costituito un Comitato esecutivo per l’Alta Italia, composto dallo stesso Pertini e da Lelio Basso, Corrado Bonfantini, Guido Mazzali, Guglielmo Ghislandi, nonché un Comando militare generale delle Brigate Matteotti, affidato alla responsabilità di Corrado Bonfantini.

Il Comando generale delle Matteotti fu poi via via integrato da uomini impegnati nella lotta in vari settori. Fra i membri del Comando in varie epoche, si ricordano Guido Mosna, Filippo Carpi, Sandro Faini, Luigi Annunziata, Silvio Spinelli, Leone Beltramini, Paolo Della Giusta, Franco Briosi, Vasco Cherubini, Vittorio Levi, Renato Brucchietti, Renato Barbé, Edmondo Castelli, Ercole Ferrano, Vittorio Franco, Mario Bonfanti[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 610

Brano: [...]ri, Per rotti, Lizzadri) e dal Movimento di unità proletaria (v. M.U.P.), venne sancita la costituzione del Partito socialista italiano di unità proletaria (P.S.I.U.P.). Fu inoltre eletta una Direzione nazionale, di cui entrarono a far parte Pietro Nenni (segretario), Sandro Pertini e Carlo Andreoni (vicesegretari; il secondo verrà poi sostituito da Giuseppe Saragat), Rodolfo Morandi, Oreste Lizzadri, Bruno Buozzi, Paolo Fabbri, Domenico Viotto, Lelio Basso, Lucio Luzzatto, Giuseppe Romita, Giuliano Vassalli, Mario Zagari, Achille Corona, Tullio Vecchietti, Vezio Crisafulli. Nei 45 giorni del governo Badoglio questa Direzione partecipò all’attività semilegale del movimento antifascista nel Comitato delle Opposizioni.

Inizio della lotta armata

Quando, subito dopo T8.9.1943, le speranze di una immediata liberazione svanirono e i partiti antifasci

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successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Lelio Basso, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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